Interviste Premio AIF Adriano Olivetti

L’innovazione tecnologica sta trasformando le relazioni umane, e il cambiamento è stato percepito anche all’interno delle organizzazioni e delle aziende con cui collaboriamo. La formazione deve innovare metodi, strumenti e spazi al fine di valorizzare la persona in un contesto sempre più digitalizzato. Quali sono i principali cambiamenti da realizzare? Il cambiamento porta con sé elementi positivi? e quali?

 

La mia esperienza è legata al contesto fortemente tecnologico e informatizzato in cui mi trovo ad operare.
Mi occupo di formazione per aziende nel settore della traduzione, che utilizzano strumenti particolari per gestire le informazioni che sono ad essa legate.
L’esigenza che ho riscontrato è quella di avere un modello di formazione in grado di sostenere il forte ritmo evolutivo imposto dal costante rinnovamento degli strumenti utilizzati. Le fasi di analisi e valutazione degli strumenti da adottare devono essere invisibili agli utenti finali per evitare di creare confusione. Mentre è fondamentale che questi nuovi strumenti siano inseriti nel workflow aziendale.
Il cambiamento ha senz’altro aspetti positivi, tra i quali spiccano la possibilità di demandare agli strumenti controlli di qualità e quella di creare moduli automatizzati per gestire procedure ripetitive.
Questo consente di avere più tempo da dedicare alla qualità del risultato finale, aumentando il livello di soddisfazione dell’utente e del cliente.

 

 

 

I sistemi di intelligenza artificiale sono in grado di imparare prospettando nuove forme di vita, cioè entità sensienti di cui non possiamo prevedere, né tanto meno guidare, lo sviluppo. Come questo processo di rapido sviluppo tecnologico, che riguarda la produzione dell’intelligenza collettiva si può legare a etica e valorizzazione della cultura nei processi organizzativi aziendali? In che modo la formazione può supportare la persona affinché possa contribuire all’innovazione senza subirla passivamente?

 

In questo senso la formazione è un mezzo potente per aiutare la struttura aziendale a gestire meglio i flussi di processo, trovando la strada migliore per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Una buona formazione mette a contatto le varie aree dell’azienda e trova strumenti atti a condividere informazioni, conoscenze ed esperienza per “velocizzare” il processo di apprendimento, migliorando la qualità del lavoro e la soddisfazione personale dell’individuo.
In questo senso tutto ciò che aiuta a svolgere operazioni meccaniche o ripetitive e libera energie da devolvere alla ricerca di nuove soluzioni è ben accetto.
 

 

 

Ieri hai detto domani. Oggi i giovani sono il futuro della nostra società, la crisi e la scarsità di investimenti rischiano di contrapporre la dimensione personale della realizzazione del sé a quella della competitività delle imprese e dei territori. In che maniera la formazione potrà far conciliare questi due estremi enfatizzando i valori strategici dell’impresa con la valorizzazione della persona nella sua essenza? In che modo la formazione può costruire una situazione ideale in azienda generando entusiasmo e partecipazione?

 

Credo che la cosa migliore che la formazione può fare in questo senso sia aiutare i ragazzi che si affacciano al mondo del lavoro a “scoprire” quali sono le loro inclinazioni nell’ambito di un processo aziendale. Questo permetterà loro di fare un lavoro per cui sono portati e che quindi possa suscitare entusiasmo e voglia di fare e all’azienda di investire in una risorsa che darà il meglio nella sua area di competenza. Inoltre verranno diminuiti i “tempi morti” e a si verrà a creare un team di persone fortemente motivate e cooperanti con evidente risultato di soddisfazione personale dell’individuo e di migliore effettualità del lavoro svolto.